Trentuno maggio duemilaventuno, il tribunale ordinario di Roma della Repubblica Italiana in nome del Popolo italiano, IV Sezione Penale, IV Collegio , si è riunito in camera di consiglio e ha pronunciato e pubblicato la seguente sentenza:
ASSOLVE VERDECCHI ALESSANDRO DAL REATO A LUI ASCRITTO PER NON AVER COMMESSO IL FATTO .
Si, sono proprio io, uno degli sfortunati protagonisti di questa lacerante e assurda questione conclusa pochi giorni fa con la totale assoluzione.
Non è uno scherzo , anzi è proprio una cosa seria che ha stravolto la mia vita e la vita di altre persone coinvolte per un lungo periodo di anni. Parliamo di 8 anni per arrivare a questa sentenza di primo grado. Parliamo di indagini, interrogatori, avvocati, perizie, udienze, e gogna….diffamante gogna che ha rovinato la mia esistenza per tutti questi anni e che, nonostante la recente sentenza mi ridia la mia vita con una completa assoluzione , cliccando on line sul mio nome ancora oggi si apre la pagina dell’articolo che fu pubblicato sulla cronaca romana dal giornale IL MESSAGGERO. Era un articolo a dir poco diffamante nei miei confronti contenente argomenti completamente inventati sul mio conto su reati mai esistiti neanche sul rinvio a giudizio del pubblico ministero che a suo tempo aveva chiuso le indagini.
A quell’epoca chiesi al giornale il diritto di replica che mi fu negato. Sporsi querela verso la giornalista , la direzione e la proprietà del quotidiano ma la faccenda dopo un anno di attesa fu archiviata dal tribunale con il riconoscimento del diritto di cronaca. Va sottolineato , cosa dal mio punto di vista completamente incomprensibile, che quella querela fu messa nelle mani dello stesso PM che aveva chiuso le indagini e rinviato a giudizio il sottoscritto. Alle mie domande di chiarimento fu risposto che era la persona migliore a giudicare se c’era il luogo a procedere e ovviamente lui archiviò. Ricordo che mi appellai a questa archiviazione. Ma la faccenda non cambiò e ora che sono stato assolto e potrei rivalermi contro il Messaggero, i termini per la querela sono scaduti e definitivamente archiviati.
A questo punto devo infilare una piccola nota di colore. Ovviamente in quei giorni angoscianti sia per il rinvio a giudizio che per l’articolo in questione, io mi mossi disperato alla ricerca di soluzioni che mi rendessero giustizia . Dopo diversi tentativi riuscii a parlare con l’allora direttrice della cronaca romana del giornale, della quale non ricordo più il nome. La signora in questione mi disse che sicuramente la giornalista autrice del pezzo aveva ricevuto le informazioni che poi furono riportate sul giornale, direttamente dal PM del tribunale che mi aveva rinviato a giudizio. Se mai fosse vera una cosa del genere, cosa che dubito, oserei dire che fu ordito un vero complotto nei miei confronti gestito da autori ignoti, perché non posso credere ad un percorso così malandato della vicenda. Se fosse vero quanto detto dalla direttrice, allora diventerebbe più comprensibile la duplice archiviazione della mia querela … ma io non voglio credere a quanto ho appena scritto perché significherebbe il crollo della certezza che i tribunali della giustizia penale e civile, amministrano veramente la giustizia in nome del popolo italiano che rappresentano, in completa indipendenza !
Alla luce di questi ultimi mesi trascorsi in estrema confusione, dopo la sentenza del 31 maggio, oggi sto ancora cercando di riordinare le idee e solo leggendola in tutta la sua estensione mi rendo conto di cosa sono stati questi 8 anni. Potrei dire che sono rinato ma non è vero. Vi assicuro che quando uno entra in questo tritacarne non ne esce integro ma viceversa ne esce come una polpetta. Non sono più quello di una volta. Sono enormemente ferito, tagliato, mutilato nei miei affetti, nella mia immagine, nella mia dignità. Ma ho anche capito che quello che mi ha causato più danni e malessere portandomi a dei livelli di depressione quasi insopportabili, è stato l’articolo del Messaggero. Non il processo che ho affrontato con tutta la mia carica difensiva possibile ma le calunnie contenute in quell’articolo pubblicato on line, purtroppo incancellabile, mi hanno completamente devastato. Persi lavoro, amici, conoscenti, rapporti finanziari, crediti con le banche, con il MIBACT, con i miei coproduttori esteri … la formula era sempre la stessa : “…..ma si Alessandro sappiamo chi sei, ovviamente sono calunnie….qualcuno che vuole farti del male ha pilotato l’articolo….vedrai che poi la giustizia ti renderà merito….noi lo sappiamo che i film citati in quell’articolo sono stati tutti realizzati e premiati….non preoccuparti…vedrai…”
Tutti, amici o nemici che erano, riconobbero la assurdità e ingiustizia di quanto stava accadendo, ma tutti in modo più o meno evidente prendevano le distanze da me nell’ottica di : “chissà come andrà a finire questa sua storia, meglio restare in finestra ed aspettare”.
Ma quanti sono restati in finestra per otto anni? Solo la mia famiglia ha avuto questa forza e io la ringrazio per tutto l’amore e l’affetto che mi hanno dato come sostegno. Gli altri … bè gli altri è più che comprensibile si siano lentamente allontanati…li posso capire. Forse in una simile situazione avrei avuto anche io lo stesso comportamento. La cosa non fu però tanto dolorosa per queste reazioni positive o negative che ci furono nell’immediato. La cosa più devastante è stata il dopo, negli anni a venire. Provate voi ad andare da chiunque, privato o pubblico che sia, a trattare un affare, di qualunque tipo sia e sentirvi dire dopo i primi incontri : “….sa signor Verdecchi abbiamo letto quell’articolo e ora sappiamo che c’è in corso un procedimento penale che….” Che, che cosa? E’ un procedimento penale in corso nel quale mi difenderò essendo completamente estraneo hai fatti … cosa c’entra con il nostro business ! Dare spiegazioni quando le chiedevano era un insulto a tutti i miei anni di professione ma dovevo farlo e spesso i risultati erano mediocri. Ma quello che più mi colpiva era il “silenzio”. Le porte improvvisamente chiuse senza spiegazione … cioè con una chiara spiegazione ma non detta.
Per questi comportamenti non accuso nessuno. Mi hanno fatto molto male ma sono riuscito a resistere. Non so se tutti riescano a farlo e infatti la cronaca nera è piena di fatti drammatici, estremi, che alcuni soggetti nelle stesse mie condizioni, hanno portato tragicamente a compimento con la soluzione finale e irreversibile del suicidio. Lo scopo di questa mia lettera aperta è che voglio mettere in evidenza per chi non lo sa, con grande forza, a cosa può portare questo meccanismo della gogna che non prevede l’oblio e inchioda le persone sulla croce della vergogna indipendentemente che ci sia o non ci sia qualcosa da vergognarsi. Io sono ancora qui e in questi mesi a seguire la sentenza ho ripreso la mia vita nelle mani e “stranamente” tutti si stanno riavvicinando. L’articolo gogna è ancora lì nella rete ma ora posso mostrare la sentenza. Gli affari lentamente ripartono. Nuovi amici si affacciano e i vecchi si complimentano. Verrebbe quasi da ridere sguaiatamente in faccia a tutti, ma questi anni passati mi hanno dato un punto in più di saggezza che forse mi renderà più facile il cammino del mio futuro.
Ho fatto molte riflessioni in questo periodo e sono arrivato alla conclusione che la nostra è una povera e miserabile umanità che ha bisogno di questo per sopravvivere. Fin dalle antiche cronache che ci arrivano da millenni e millenni fa abbiamo sempre sentito narrare di “capri espiatori” che sacrificati alla divinità del periodo , salvavano e redimevano tutti i peccati della tribù….cioè uno paga per tutti e così si può continuare sul sentiero levigato dell’ipocrisia per sempre , per l’eternità, fin quando la specie umana verrà annientata da eventi casuali provocati dal nostro universo per sostituirci con qualcosa d’altro . Ma che vogliamo fare? Riflettendo in questa quiete dopo la tempesta penso che io stesso non posso assolvermi. Seduto con lo sguardo fisso nel vuoto, turbato e felice di essere rinato, ma rinascere non è la stessa cosa di nascere. Mi vedo in tutti quegli anni passati nella stessa posizione di attesa e giudizio verso altri che hanno subito, a torto o ragione, un simile trattamento, “LA GOGNA”. Si, anche io sono stato a suo tempo della partita, prima che il PM/Coache mi escludesse dal giro squadra tagliandomi fuori dal gioco. La verità dovrebbe sempre trionfare e la dignità degli uomini dovrebbe essere sempre salvaguardata. Ma queste sono solo parole. La verità è quella di chi vince e gestisce il potere. I perdenti non hanno verità. Ed ecco che su questa linea si inserisce il servo del potere, stupido e ottuso, che scrive un articolo sensazionalista trascurando completamente di verificare i fatti. Il suo ego e la sua voglia di emergere sono di gran lunga superiori alla verità. Fortunatamente non tutti i giornalisti sono di questa pasta. Trovarne di buoni è sempre più difficile in questo mondo dove le notizie vengono lanciate in tempi brevissimi, e in tempi brevissimi consumate e dimenticate per fare spazio alle prossime ondate. Ebbene, solo in questi terribili anni di panchina ho cominciato a “vedere”. Oggi vedo…. ma troppa acqua inquinata e fangosa è passata nel letto del mio fiume e ironia della sorte, ora che comincio a capire qualcosa, mancano pochi anni al “fine mia vita”. Sarà mica folle e senza senso questo nostro vivere su una palla di fango che gira su sé stessa e intorno al Sole da circa 5 miliardi di anni ripetendo sempre lo stesso percorso in modo autistico?
Per finire, cari amici e nemici, un senso a tutto questo io devo darlo altrimenti impazzisco. Concludo che la sola risposta che posso dare a questa domanda è che non importa da dove veniamo e dove finiremo, ma importante è vivere. E io vi garantisco che nonostante tutto vale la pena farlo.