IL CAVALIERE ERRANTE DON CHISCIOTTE SALVA IL CINEMA ITALIANO
ALESSANDRO VERDECCHI – ROMA 20/11/2018
E’ proprio di questi giorni (per modo di dire perché sono già diverse settimane che se ne parla , per l’esattezza dal festival di Venezia di quest’anno) la nota quanto inutile discussione sul cinema che deve essere prioritariamente consumato nelle sale cinematografiche italiane . Certo , siamo d’accordo ,ma il cinema italiano ci arriva nelle sale ? Sembra di no . Sembra che abbia qualche difficoltà in tal senso . Sembra , così circola la voce nell’ambiente , che le sale sono praticamente fagocitate dal prodotto commerciale non europeo . Molti si chiederanno a questo punto se i cinesi hanno invaso con i loro film anche il circuito delle sale italiane oltre che le nostre piazze con migliaia di negozi e negozietti che vendono di tutto . No, non sono loro e nemmeno libici o pachistani o giapponesi che ci hanno invaso , ma americani . Attenzione , non sud americani e nemmeno di centro ma nord americani , per intenderci quelli di L.A. California , Stati Uniti d’America ! Devo dire che non è una novità . Diciamo che l’invasione non è cosa degli ultimi anni ma roba vecchia che risale al primo dopo guerra , seconda guerra mondiale. Già ,proprio a quei tempi si deve risalire per afferrare bene le redini del cavallo invasivo americano altrimenti non si capirebbe bene cosa sta accadendo sul nostro territorio in questi ultimi decenni . Ci tengo a precisare a questo punto a chi sta leggendo ,che io sono grato agli americani di averci liberato da quei delinquenti dei nazi-fascisti ma oggettivamente non posso non vedere e valutare quello che è accaduto dopo la così detta “liberazione” . Ci hanno liberato ma pure occupato , direbbe mio nonno , duro antifascista forse un po’ troppo comunista . Caro nonno , sarebbe stato meglio seguire la linea del socialismo reale dell’Unione Sovietica ? Non credo . I due vincitori di quella carneficina che fu quella guerra , hanno ognuno , secondo le loro strategie politiche e culturali , occupato di fatto i territori liberati . Niente di strano , è quello che spetta di “diritto” ai vincitori e noi erroneamente credevamo di sedere al tavolo dei vincitori per quella benedetta svolta dell’armistizio di Badoglio , ma di fatto la guerra l’avevamo persa . Detesto questa linea culturale di vinti e vincitori ma purtroppo è quello che governava e ancora governa questo tartassato pianeta . Ma torniamo al seminato . A quel tempo , fine anni quaranta , noi avevamo un territorio devastato dalla guerra completamente da ricostruire su nuovi parametri costituzionali . Basti in tal senso ricordare il passaggio traumatico dalla cultura del Re a quella della Repubblica . Gli americani la facevano da padroni e dettavano legge . Uno dei mercati più appetitosi del nostro Paese era sicuramente il settore del cinema , sia per incassi possibili che per penetrazione del modello culturale dei vincitori e quindi della formazione delle nuove generazioni a quel modello . In tal senso fecero accordi con i novelli governi repubblicani su questo e su tanti altri temi . Non dimentichiamo che noi avevamo l’acqua alla gola in tutti i sensi della parola . Avevamo bisogno di soldi , risorse , di tutto per ridare speranza ad un popolo martoriato e vessato da una dittatura assurda e una guerra fallimentare al fianco di un pazzo scellerato quale quel criminale di Hitler . Gli americani presto si resero conto di avere liberato una popolazione per la maggior parte ancora preindustriale . L’Italia era ancora in prevalenza un Paese agricolo , carico di analfabetismo , disuguaglianze , povertà e le industrie del nord poco avevano fatto per cambiarlo . La percentuale di analfabeti era al sud intorno al 30% e 15% al nord . Il centro scivolava tra le due percentuali in dipendenza del territorio . Per questo ma anche per favorire e agevolare al massimo la diffusione del prodotto filmico americano , fu praticato il doppiaggio e l’invasione ebbe inizio . Oggi non si può più parlare di invasione ma sicuramente di occupazione stabile e duratura del prodotto americano dei nostri canali distributivi sia sala che televisivi . Tutto sommato potrebbe anche andare una cosa del genere perché non mi sembra che il nostro pubblico di spettatori si lamenti tanto per questa situazione . Anzi , la penetrazione del genere America è stata negli anni passati talmente accorta anche nei minimi dettagli che oggi di fatto ci troviamo assuefatti a tale proposta di intrattenimento audiovisivo . Ma neanche assuefatti , diciamo indifferenti . Se chiedete ad uno spettatore qualunque di media cultura che ne pensa , potrebbe anche rispondere che non ne pensa nulla e che i film italiani in genere fanno schifo e che lui preferisce vedere quelli americani , belli ,ricchi di immagini , spettacolari. Ma allora di cosa stiamo parlando? Quando sento urlare operatori più che accreditati nella filiera di produzione e distribuzione del cinema italiano , con toni biblici , che i film devono andare assolutamente prima in sala e poi su canali televisivi tipo Netflix o quanto altro e non il contrario , resto basito e mi viene ,come da titolo di questo scritto , da pensare al Cavalliere errante Don Chisciotte della Mancia contro i mulini a vento ! Proprio così ! Lui e il suo fido scudiero Sancio Pancia che con spada e lancia si scagliano senza paura contro il nemico . Evviva il salvatore del nostro cinema italiano !
Io , un po’ meno ardito come cavaliere , penso che forse sarebbe meglio non pensare ai mulini a vento ma dedicarci seriamente ad aprire nuovi canali di fruizione al nostro bel cinema che non è più tale perché ormai soffocato nei cassetti di nuovi e stagionati autori che se visti ne avrebbero di storie da raccontare . Cari Don Chisciotti lasciateci liberi di raggiungere il nostro pubblico con qualunque mezzo possibile perché oggi come oggi il nostro pubblico non lo raggiungiamo più , sala o non sala che sia !