ESSERE O APPARIRE , QUESTO E’ IL PROBLEMA
ALESSANDRO VERDECCHI ROMA 08/03/2019
Poi un giorno qualcuno fece la domanda . Nessuno se lo aspettava . Non era di moda . Non era corretta ….”Scusi ma lei cos’è ? “ Una domanda come questa sposta tutto verso un territorio sempre più misterioso e inusuale , insolito, ormai poco conosciuto.
Tutti sono abituati a sentirsi chiedere “lei chi è?” e a questa domanda si risponde facilmente. Nel mondo dell’apparenza una domanda come questa è giusta e si risponde a tono in modo brillante , dipende da cosa si indossa in quel momento . Apparire è il verbo dominante del nuovo millennio. Non importa come. L’importante è apparire , nel bene e nel male che sia non ha importanza. Soprattutto nelle nuove generazioni passate dentro il tritacarne culturale delle televisioni di intrattenimento private e di riflesso pubbliche degli ultimi 25 anni. Loro sono al top. Per loro non ha senso vivere senza apparire. La vita è solo questo: “essere visti”. Molti ma molti anni fa qualcuno saggiamente aveva detto “cogito ergo sum”. Cose antiche direbbero oggi. Robe da vecchi. Il tizio che disse questa frase si chiamava Renato Cartesio, in francese René Descartes e in latino Renatus Cartesius , fondatore della matematica e della filosofia moderna. Un personaggio da poco, una “robetta” direbbero i fanatici dell’apparire. Per chi non capisce bene il latino , cosa più che comprensibile, Renato disse esattamente “ penso dunque sono”. Hai capito ? Una cosa che detta oggi , nel nostro 2019 fa fatica anche ad essere compresa. Attualmente noi viviamo un periodo storico nettamente all’opposto del metodo cartesiano. Siamo alla frase chiave : “ appaio ergo sum”. E questa nuova dottrina lanciata per la prima volta dal cavaliere Silvio Berlusconi , che non è un filosofo di formazione ma sicuramente un esperto di comunicazione di massa di grande capacità, ha devastato Cartesio e lanciato Corona.
Pensate…pensate ?…ebbene si, pensate che Renato era mosso dalla ricerca di un metodo che dava la possibilità all’uomo di distinguere il vero dal falso. Cose da marziani nella nostra epoca di social! Il filoso francese adottò un procedimento di critica totale della conoscenza, consistente nel mettere in dubbio ogni affermazione , partendo sempre dal presupposto che inizialmente era da ritenere falsa. Quindi sosteneva che l’uomo non avendo una conoscenza precisa e sicura della sua origine e dell’universo che lo circonda può essere sicuro di esistere in quanto è un soggetto che dubita, e quindi pensa. Se Cartesio fosse vissuto hai nostri tempi chissà cosa avrebbe detto vedendo qualche prima serata televisiva di qualche urlatore seriale in dibattiti senza senso o intrattenimento gossipparo dei più beceri ! Con il “cogito ergo sum” Cartesio sembrava rifarsi ad Agostino che affermava “si fallor sum” (se sbaglio esisto). In effetti la partenza potrebbe essere questo pensiero ma Cartesio lo capovolse completamente. Mentre Agostino sosteneva che il dubbio era una espressione della verità, Cartesio viceversa disse che era la verità a scaturire dal dubbio. Sembrano giochi di parole ma non lo sono. Da questi pensieri scaturì tutta la nostra civiltà che non era certamente basata sull’apparenza , che certamente la conteneva l’apparenza , ma che la classificava all’interno di un più profondo senso dell’esistenza , dell’essere uomo e quindi essere pensante e non solo apparente come oggi si tende a credere con atti di fede che sono a volte addirittura imbarazzanti.
Tutto il mondo è un palcoscenico e gli uomini sono soltanto degli attori che hanno le loro uscite e le loro entrate…e ognuno nel tempo che gli è dato recita molte parti (William Shakespeare). Sembra che già William aveva centrato la faccenda. Oggi possiamo dire che questo processo è definitivamente maturato e apparire ha una valenza maggiore dell’essere. L’immagine è la prima cosa che si “spende” nel contattare il proprio prossimo. Sembrare e mostrarsi è essenziale di questi tempi. Non importa se poi non ci sono i contenuti, l’importante è sembrare. Un tempo si diceva che l’abito non fa il monaco. Oggi è assolutamente il contrario. Se poi dentro quell’abito non c’è un monaco ma un cinese che aggiusta lavandini , questo non conta nulla. Tutti crederanno di avere davanti un monaco. Sappiamo anche che la velocità del nostro secolo permette questo scandaloso arbitrio. Non c’è mai il tempo di approfondire . approfondire significherebbe pensare , analizzare, studiare, verificare , tutto nel dubbio che il monaco sia vero o non vero. Ma la nostra cultura dominante se ne frega dei dubbi. Non c’è tempo per dubitare. Subito dopo il Monaco si veste da centurione romano e diventa centurione e poi ancora falegname e via onorevole e regista e ancora ancora….non c’è tempo ! Internet e i social bruciato tutto in pochi istanti senza tregua. Josè Saramago , premio nobel per la letteratura, qualche giorno prima di morire pronunciò queste parole “non viviamo una crisi economica , è una crisi morale”. Le sue riflessioni ci portano a capire che quando la morale entra in crisi una società non è più in grado di generare intelligenza e diventa sempre più difficile trovare una via di uscita diversa dalla decadenza. Se mi guardo intorno non vedo nessuno che si legge dentro. Stiamo costruendo la società dell’apparenza e tutto quello che deve emergere è quello che non siamo. Oddio , Saramago era un tantino pessimista nei suoi giudizi. Ma sapete , io mi ci ritrovo abbastanza in quello che disse. Quindi mi tolgo la maschera dell’eterno sorriso e cerco di farmi vedere a cuore nudo, mostrarmi per quello che sono, aprirmi fiducioso. Ci riuscirò ? Non lo so , staremo a vedere.