TUTTI A CASA !
Alessandro Verdecchi Roma 21/marzo/2019
Mi è capitato proprio ieri mattina e voglio raccontarlo. Abito in un piccolo paese a pochi chilometri da Roma. Comodo , silenzioso, in poche parole ancora a misura umana. Non cito il suo nome perché quanto sto per raccontare è accaduto davvero ed ovviamente non è il caso di esporre i protagonisti alla gogna mediatica. Eccomi che attraverso la strada principale del paese per entrare in un ferramenta . Sono le 9 del mattino. Ho bisogno di una potente colla liquida per attaccare lo specchietto laterale della mia auto che qualche sconsiderato autista uscendo dal parcheggio mi ha devastato. Anche in questo “relativo eden” ci sono gli stronzi, non facciamoci illusioni. Entro e nel negozio oltre al proprietario e la figlia che conosco molto bene c’è un cliente che sta acquistando della vernice. Data l’ora mattiniera siamo solo noi. La situazione sembra tranquilla ed io aspetto il mio turno per essere servito. Il cliente che è davanti a me non è italiano. Potrebbe essere rumeno. Anzi è rumeno, ne sono certo dall’accento. E’ un lavoratore edile che sta acquistando materiali vari per il suo lavoro. Arriva il momento di pagare e il tizio mette la mano nella tasca dietro dei pantaloni per prendere il portafoglio. Non lo trova e prova su quella sinistra. Non è neanche lì e comincia ad agitarsi dicendo frasi del tipo “ma dov’è il mio portafoglio”, “ era qui”, “ora non c’è” , e così via, in un italiano approssimativo ma comprensibile. Il proprietario del negozio esce da dietro il banco e lo invita ad andare a vedere insieme tra gli scaffali della vernice per controllare se lo ha perso lì. Fino a qui tutto bene ma l’agitazione del rumeno aumenta di secondo in secondo e il tono di voce sale in modo progressivo. Cercano insieme sto portafoglio , si chinano per vedere sotto gli scaffali, dietro i secchi, niente, il portafoglio non c’è. Il rumeno comincia ad urlare dicendo che gli hanno portato via il portafoglio e in modo scomposto ed agitato comincia a girare per tutto il negozio cercando da per tutto , anche dietro il banco dove è restata la figlia del proprietario vicina alla cassa. La situazione è al limite del sopportabile anche perché , come ho già detto, la faccenda si è trasformata in pochi istanti dal “mi sono perso” a “mi hanno preso”. A questo punto il negoziante perde la calma e comincia ad urlare anche lui. Ferma il rumeno che scorrazza per il negozio continuando ad inveire su tutto, e lo invita ad uscire. Il rumeno grida che lui gli ha preso il portafoglio e vuole perquisire il negozio. Anche il negoziante urla come una bestia in faccia al rumeno trattenendolo per un braccio. Gli dice che non si deve permettere di accusarlo di una tale cosa e che lui non fa perquisire nulla. Il rumeno si divincola mentre viene spinto fuori e minaccia di denunciarlo ai carabinieri che vedi caso sono proprio alla palazzina di fronte , pochi metri più giù. Il negoziante replica violentemente dicendogli che ci va lui dai carabinieri. Intanto fuori del negozio si è radunata una piccola folla. Io sono fermo con la mia colla liquida in mano che ho preso su una scaffalatura e devo pagare ma non so come pagare e a chi pagare, quindi entro nella faccenda in corso e cerco di calmare gli animi facendo ragionare il rumeno che ovviamente è in torto marcio ma in uno stato di grande agitazione , rosso in faccia e con gli occhi rabbiosi e inoltre cerco di calmare anche il negoziante . Ma la piccola folla esterna come reagisce? Qui viene il bello! Alcune persone , soprattutto una signora piccoletta e anziana, si accaniscono contro il rumeno. La piccoletta comincia ad urlare “tutti via….tutti a casa vostra… fa bene Salvini…via…tornatevene a casa non vi vogliamo con noi… cacciamoli via che tornino al loro Paese…” e tanto altro che potete immaginare. Alcuni di questa piccola folla sono d’accordo con l’urlatrice e la faccenda si sta trasformando in qualcosa di più grosso del grosso portafoglio rumeno. Cerco di intervenire sulla piccoletta assatanata intimandogli di stare zitta che sta dicendo una marea di sciocchezze e che sto Salvini cacciatore di teste non c’entra nulla con quanto sta accadendo. Ma lei urla ancora di più. Saggiamente il proprietario vedendo l’andazzo della cosa intima anche lui alla piccoletta di stare zitta. Io le faccio notare che è una semplice disputa tra un cliente e un negoziante e non vedo cosa c’entra con “il rimandiamoli tutti a casa” anche perché poi tutto sommato gli dico che il cliente in questione sta a casa sua essendo europeo come noi. Ma questa non capisce. Mi guarda con l’occhio acquoso e disorientato davanti ad una rivelazione come questa . E che significa europeo come me? Io sono italiana e questi se ne devono andare. Borbottio di consenso per fortuna non generale. Si va tutti dai carabinieri . Mentre è in corso la denuncia dei fatti arrivano due ragazzi che all’oscuro di tutto avevano trovato un portafoglio in terra proprio davanti al parcheggio della panetteria poco più su. Eureka ! E’ il portafoglio del rumeno. Tutto bene quel che finisce bene. Pago la mia colla e torno a casa . Mentre cammino sto pensando “ ma se al posto del rumeno ci fosse stato un senegalese o altro nero dell’Africa subsahariana?”