CHI E’ AKUTAGAWA RYUNOSUKE ?
Alessandro Verdecchi 25/05/2019
Per chi non lo sa , e potrebbero essere in molti , Akutagawa è un grande scrittore giapponese nato il 1° marzo 1892 e morto suicida nel 1927 , a soli 35 anni. Una vita breve come un lampo di un fulmine seguito dal rombo intenso del tuono, cioè la sua produzione letteraria. Ha scritto solo racconti nel suo Giappone ma quello che ha scritto ha segnato profondamente quella cultura.
Nella lettera di addio, scritta poco prima di suicidarsi, Akutagawa scrisse: “so di essere, dopo tutto, il figlio di una pazza. Al momento provo disgusto per tutto il mondo e soprattutto per me stesso”.
Quello che lo rende interessante ai miei occhi, oltre alla straordinaria raccolta di racconti scritta in quei pochi anni da lui, è che in uno di quegli scritti troviamo l’ispirazione che stimolò il grande regista Akira Kurosawa per la realizzazione del suo film “Rashomon” , a mio avviso la sua più grande opera cinematografica. Tra le altre cose sembra che il titolo Rashomon non sia proprio il titolo del racconto dal quale ha tratto il film ma di un altro. Il titolo del racconto in questione invece era “Yabu no naka” (Nel bosco). Questo racconto di Akutagawa era ispirato dai “Racconti del tempo che fu” , una raccolta di opere indiane, cinesi e giapponesi che risalgono all’epoca “Heian”(794-1185).
È un racconto molto breve con un nucleo centrale molto forte.
La storia ruota intorno al ritrovamento di un cadavere in un bosco, sul cui assassinio vengono riportate sei testimonianze. Tutte le testimonianze raccontano il loro punto di vista di come era avvenuto l’omicidio. Dicono quello che sanno, o credono di sapere, o mentono e ogni personaggio parla attraverso un monologo drammatico di alta intensità. In ogni testimonianza ritroviamo l’evento tragico dell’assassinio ma la struttura e i dettagli cambiano leggermente dando al lettore sempre una verità diversa. Ma Akutagawa, con la molteplicità dei punti di vista , insinua il dubbio: “Chi sta raccontando la verità? Esiste davvero un’unica verità?”
Tranne che per alcune rare eccezioni, gli scritti di Akutagawa possono essere tutti collocati nella categoria della “letteratura fantastica”.
La sua personalità così tormentata e complessa viene sublimata al meglio nella semplicità del fantastico. L’atmosfera dei racconti di Akutagawa, non è mai rassicurante. I suoi scritti ci parlano della sua inquietudine ed è innegabile che nei racconti fantastici parli anche di sé e della propria visione della vita e dell’arte.
Credo che Kurosawa abbia proprio colto questa inquietudine nel racconto “Nel bosco”, realizzando un’opera filmica altrettanto inquietante. La sceneggiatura del film fu ispirata principalmente da questo racconto ma fu integrata con estratti presi da un altro racconto , proprio quel “Rashomon” che poi darà il titolo all’opera. Kurosawa aggiunse un finale non presente nei racconti , cercando di alleggerire il forte nichilismo della storia , componente dominante di tutta l’opera del grande scrittore. Fu girato nella foresta vergine di Nara, vicino Kyoto, con un budget di produzione bassissimo , questo a conferma che i soldi non generano sempre qualità. Paradosso dei paradossi, ma purtroppo spesso è così un po’ in tutto il mondo, il film non venne molto apprezzato in patria. La società produttrice giapponese del film , la Daiei Motion Picture Company, non lo ritenne un buon film e lo aveva chiuso in un cassetto giudicandolo senza speranze. Sembra folle, se vista al giorno d’oggi, una decisione come quella, ma non c’è da meravigliarsi , molti altri film hanno avuto lo stesso destino , vedi anche molto cinema europeo incluso il neorealismo italiano. Ebbene , grande sorpresa ma siamo stati proprio noi italiani a far sbocciare Rashomon nel giardino del pianeta Terra ! Giuliana Stramiglioli, docente di italiano presso l’Università degli Studi Stranieri di Tokyo , riuscì ad inviare il film in Italia dove venne presentato al Festival di Venezia, vincendo il Leone d’Oro come miglior film ! Da qui il passo fu breve. Seguì anche un Premio Oscar come miglior film straniero ! Si aprì così il successo internazionale per una opera che in patria aveva trovato poco apprezzamento.
Ma chi era e da dove arrivava il nostro Akutagawa ? Terzo figlio di Toshizo e della madre Fuku , fu segnato fin dall’infanzia da tragici eventi all’interno della sua famiglia. La madre impazzì dopo la morte della sua prima figlia. La sua pazzia esplose subito dopo la sua nascita e Ryunosuke venne affidato alla famiglia dello zio materno Michiaki Akutagawa , che lo adottò dandogli il suo cognome. Scrisse la sua prima opera nel 1909 . Si trattava di un brevissimo racconto nel quale il giovane già manifestava il suo senso di inquietudine e cupezza. Nel 1918 divenne redattore dell’Osaka Mainichi Shinbum e in qualità di giornalista si recò in Cina dove le sue condizioni di salute fisica e mentale subirono un progressivo deterioramento. Akutagawa credeva di avere ereditato la pazzia da sua madre. La sua instabilità mentale peggiorò di anno in anno fino a portarlo al suicidio nel 1927. Nella sua ultima opera pubblicata dopo la morte, troviamo tutto il suo disagio esistenziale. Il titolo del racconto è “Memorandum per un vecchio amico” , dove descrive in maniera breve e apparentemente lucida gli ultimi due anni in cui prese la decisione di abbandonare volontariamente la vita , architettando il proprio suicidio .
Grazie Alessandro. Non conoscevo questo scrittore, mi hai incuriosito molto ed ora rimedierò a questa mia carenza. Un abbraccio, Nadia