FORTUNA CHE ORBAN NON VUOLE BACIARE SALVINI
Alessandro verdecchi 13/12/2019
Ci siamo ! Siamo finalmente arrivati al punto di non ritorno! Viktor Orbán, l´autocrate sovranista ungherese , ammiratore dichiarato di Erdogan, colpisce ancora. Il parlamento ungherese dominato dalla Fidesz, il partito-Stato del premier, ha approvato la legge da lui voluta che conferisce di fatto al capo del governo in persona il potere assoluto di nominare e licenziare il direttore e la direzione di ogni teatro in Ungheria. Ha istituito un “Consiglio nazionale della cultura” il cui compito è “governare guidare dirigere la vita culturale magiara secondo i suoi criteri strategici”.
Cultura di Stato dominata e controllata dall’alto, come o peggio che durante i cupi decenni della dittatura comunista che i sovietici imposero alla civile Ungheria mitteleuropea, da secoli all’avanguardia nella vita culturale dalla letteratura alla musica alla fotografia a ogni altro campo del libero pensiero. Stessa cosa accadde nel ventennio fascista italiano e durante l’abominio del nazismo hitleriano.
Ora mi preoccupo un attimino. Va bene che Orbàn e Salvini non vanno più a braccetto ma un tempo qualche bacetto se lo sono dato….amichevole intendo…sulle guance non in bocca come facevano i dirigenti sovietici al tempo della dittatura. Ma se questo bacetto poi si dovesse nel tempo trasformare proprio come quei famosi baci che Brezhnev distribuiva a destra e manca ? Sono passati 40 anni dal bacio più famoso tra Brezhnev e Honecker e con i tempi che corrono e il vento che tira un altro di questi baci ci potrebbe pure essere. Non so se Salvini gradirà e magari potrà eventualmente fare come fece Castro che scendendo dall’aereo a Mosca con Brezhnev che lo aspettava a terra per non farsi baciare si presentò con il suo sigaro avana in bocca e così evitò il rito del bacio labiale.
Ma il senso di questa mia riflessione è sicuramente legato al gravissimo pericolo che potremmo correre anche noi in un futuro prossimo molto vicino, proprio dietro l’angolo. Se alla prossima tornata elettorale Salvini con tutti gli alleati a destra dovesse vincere alla grande portando a casa più del 50% dei voti, una deriva del genere potrebbe anche essere possibile e questo sarebbe veramente grave. La cultura , il giornalismo, la giustizia, e tanto altro devono essere liberi di esprimersi . Sappiamo benissimo , fortunatamente non per diretta esperienza ma per conoscenza acquisita, cosa significa mettere il bavaglio alla cultura.
Il primo bersaglio di Orbàn sono stati i teatri. Con questa legge mette definitivamente in ginocchio l’ultima voce critica del Paese avendo già provveduto abbondantemente a tacere i media nazionali. I palcoscenici ungheresi erano riusciti a conservare il loro ruolo storico di voce spesso critica e di qualità al potere denunciandone i suoi abusi. La gloriosa e vitale libertà dei teatri magiari che risale fin dai tempi dell’impero austriaco , violentemente imbavagliata .
Pochi giorni fa, il governo-regime di Orbán aveva serrato ancora la museruola-bavaglio sui media restaurando di fatto la censura, per la prima volta in assoluto in Europa, 30 anni dopo la caduta del Muro di Berlino . Le nuove leggi hanno ulteriormente centralizzato il controllo governativo sui media pubblici (il 90 per cento del totale) imponendo loro di usare solo le notizie diffuse dall’agenzia di stampa pubblica e governativa. E obbligando la stessa agenzia di stampa a non parlare senza autorizzazione al massimo livello né di reportages critici di media del mondo libero sull´Ungheria, né di articoli il cui tema è il ruolo di Orbán, né di notizie dalla Turchia e dalla Russia che non dipingano i presidenti locali Recep Tayyip Erdogan e Vladimir Putin come protagonisti.
Orbán ormai imita la “tattica del salame” ideata all´inizio della guerra fredda dallo spietato dittatore stalinista Mátyás Rákosi, imposto allora da Mosca. Cioè si colpisce un gruppo critico dopo l’altro, una minoranza dopo l´altra. La situazione evoca quasi la cupa Germania del 1933.
In questa Europa che sempre più scivola verso una deriva antidemocratica, fino ad arrivare ai recenti sondaggi italiani dove il 45% degli intervistati sono per il leader forte che gestisce il potere senza dover rendere conto al parlamento o a chi che sia , dico che la faccenda non è da sottovalutare. Forse il Ppe ,Partito popolare europeo dovrebbe espellere dai suoi ranghi la Fidesz,cioè Orbàn ? Ma troveranno mai il coraggio di prendere questa decisione finale e inappellabile condannando quanto sta accadendo in Ungheria?
Non so perché ma mi viene in mente la Conferenza di Monaco del 1938. Fortunatamente niente di simile quello che sta accadendo oggi rispetto a ieri. Ma non so, c’è qualcosa che mi trascina a quei tempi sulla frase dei ministri degli Esteri britannico e francese Chamberlain e Daladier che dissero durante la conferenza per la pace “Questa è la pace del nostro tempo…”autorizzando di fatto Hitler a invadere la Cecoslovacchia. Eravamo nel ’38 e nel ’39 iniziò l’abisso e l’orrore che tutti noi conosciamo.